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Si la solitudine è difficile.
La solitudine fa molto male. Quando intorno a te crolla il mondo speri che ci sia qualcuno che ti capisca, che voglia starti vicino e aiutarti in un momento così difficile della tua vita.
Tanti possono essere i motivi per cui il mondo sembra ti possa crollare. Per me è stato il dolore di scoprire che la mia stupenda figlia, la mia bellissima ragazza allora 19enne era tossicodipendente.
Infatti un giorno di agosto del 2011 mia figlia, raggiunto un punto di disperazione dove ha capito che aveva bisogno di un aiuto, lo ha chiesto a me. E dicendo di avere problemi di depressione grave ha chiesto di essere portata in psichiatria. Ma il giorno del ricovero ha voluto dirmi la verità. Non era solo depressione, lei era tossicodipendente.
Ecco il mondo crollarti addosso. Ti sembra di impazzire. Ti sembra che la vita non abbia più un senso. E intorno a te tutto cambia.
La difficoltà di parlare con tutti. Di dirlo al padre, di dirlo agli affetti più cari intorno a te, a suo fratello che era ancora piccolo (allora aveva ancora 11 anni). Il tuo attuale compagno. Le zie, la nonna.
La sensazione di aver sbagliato tutto nella vita, di aver la colpa di quanto è successo a tua figlia.
E da quel giorno entri in un vortice di mille e mille cose. Prima di tutto capire realmente la gravità del suo problema, e quindi contattare il SERT.
Cercare di aiutare tua figlia attraverso le strutture sanitarie che la nostra società per fortuna ci offre.
E con tua figlia inizi un lavoro di recupero del rapporto di genitore, un recupero dalle dipendenze.
Tutto spaventoso. Già da ragazza temevo la droga, ne avevo paura. Inoltre ho avuto in famiglia mia cognata tossicodipendente per tanti anni e, fortunatamente, uscita da questa dopo anni e anni in comunità.
Quindi la paura di un fantasma passato arrivato addosso così ferocemente.
E così incomincia un percorso difficilissimo.
All’inizio condiviso con il mio ex marito che però, per limiti suoi, ha deciso di stare molto distante dal problema forse proprio perché lui lo aveva vissuto in prima persona con sua sorella.
E quindi pian piano con il tempo inizia la solitudine e dover affrontare tutto quanto quello che si doveva affrontare con mia figlia non era facile.
Il SERT in questo mi ha dato un grosso aiuto consigliandomi il GRUPPO GENITORI INSIEME.
Ed ecco che arrivo insieme al padre di mia figlia a fare il colloquio con l’assistente sociale che allora era (e a tutt’oggi lo è) la facilitatrice del gruppo. Facciamo il primo colloquio e ci dice di fermarci al gruppo e se lo volevamo potevamo parlare altrimenti ascoltare e vedere se poteva, secondo noi, esserci utile.
La prima sera è stata difficilissima, così come lo sono state molte altre serate. Ma la prima è stata durissima. Presentarsi è stato molto doloroso. Però c’è stata subito qualcosa che mi ha fatto sentire nel posto giusto.
Non mi sentivo sola. Non mi sentivo giudicata. Non mi sentivo diversa da tutti.
Sentivo di essere con persone che potevano capirmi, senza pregiudizi, senza condizionamenti, senza dare giudizi e colpe.
E la solitudine pian piano frequentando i gruppi ha cominciato a sparire. Come i sensi di colpa. Già i sensi di colpa che sono terribili e che ti distruggono dentro. Nei gruppi si parla molto di questo e ci si aiuta tutti insieme a superare questa terribile sensazione che ti logora e che fa così male.
Una cosa utile che ho anche imparato andando ai gruppi è che bisogna cercare di stare abbastanza distanti dai giudizi e pareri dei parenti. Infatti purtroppo invece di essere una fonte di aiuto molto spesso sono negativi per chi ha un problema così difficile da affrontare. Purtroppo sono troppo giudicanti, pensano di avere la soluzione in mano e di offrirtela pensando di starti vicino, di darti una mano. E invece non è così. Non per tutti i parenti è la stessa cosa, non voglio generalizzare. Forse ci sono parenti che sono utili. Per me non è proprio così.
E quindi la solitudine aumenta perché speri che i tuoi famigliari ti possano aiutare ed invece peggiorano il tuo stato, ti fanno sentire ancora più sola.
Il titolo del mio tema è stata la solitudine e l’aiuto nei gruppi perché benché io conviva con un uomo, benché esista ancora il padre di mia figlia, benché io sia contornata di sorelle, fratello, cognate, e anche di tanti amici, spessissimo mi sento sola a dover affrontare l’enorme problema che ha mia figlia, che in questi 5 anni non è stato più solo un problema di tossicodipendenza, anzi. Quello è il problema secondario.
Mia figlia soffre di bipolarismo, di dipendenza affettiva, di vari altri termini che i tanti psichiatri nelle cui mani è finita in questi anni hanno trovato in lei. E quindi la lotta per aiutarla è diventata sempre più difficile e dura.
Il gruppo mi è vicino, mi aiuta, mi sostiene nei mie momenti difficili che passo costantemente, mi conforta nel pianto che spesso porto al mio gruppo. Però da loro io traggo tantissimo. Traggo forza per andare avanti, ottengo utili idee (perché consigli non se ne danno) per gestire al meglio il problema di mia figlia.
Sono grata al gruppo e all’Associazione di Genitori Insieme che da la possibilità a tutti noi genitori, con problemi di vario genere, di poter avere una fonte così utile e importante.
GRAZIE